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mercoledì 17 settembre 2014

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edere che il doping dilaga anche nel nuoto». Tra gli ultimi caduti nella rete c’è Yulia Efimova, bronzo nei 200 rana a Londra, che dovrebbe scontare la squalifica in tempo per i Mondiali in patria dell’agosto 2015. Quello (prima dei Giochi di Rio 2016) è il primo obiettivo pianificato da Federica Pellegrini con Matteo Giunta, promosso da vice a unico allenatore dopo la fine, annunciata ieri, del rapporto fra la ventiseienne veneta e il tecnico francese Philippe Lucas. «Non è stato un divorzio, Lucas mi ha detto `Sono gli ultimi due anni della tua carriera, fai ciò che ti piace´ - ha precisato la primatista mondiale dei 200 stile libero -. È meglio avere un allenatore presente 24 ore al giorno, e io credo in Matteo, che di fatto lavora con me da due anni. A molti scoccia che a 32 anni sia più bravo di molti altri allenatori, ma in Italia è sempre così». E molti aspettano al varco anche la stessa Pellegrini. «È sempre così, ogni volta che scendo in acqua c’è una parte che spera di vedermi andar male. Ben vengano i gufi, portano fortuna...», ha sorriso la campione

Prova

Prova 1



Abituata a nuotare dritta nella sua corsia, Federica Pellegrini non accetta che altri prendano scorciatoie. «Tolleranza zero con chi si dopa, vanno radiati a vita perché noi ci facciamo un sedere così», è perentoria la campionessa di nuoto, che non rifiuta di mettersi nei panni dell’altra icona rosa dello sport italiano, Carolina Kostner, alle prese con le inchieste sul doping del suo ex fidanzato, il marciatore Alex Schwazer. «Io non non potrei stare con una persona che so che si dopa - ha detto -. Se avrei denunciato Filippo? Non lo so, però l’avrei lasciato molti mesi prima». «Non ho niente contro Carolina e lei lo sa!! Ho solo detto cosa avrei fatto io mi fossi trovata a scoprire che il mio fidanzato si dopava», ha chiarito via Twitter l’oro olimpionica dei 200 metri stile libero poco dopo il suo intervento, con al fianco il fidanzato Filippo Magnini, alla presentazione del videogioco Drive Club. «Mi spiace per lei e per lui - ha detto ancora la Pellegrini, riferendosi alla pattinatrice e al marciatore, trovato positivo prima dei Giochi di Londra 2012 e sospeso per tre anni e mezzo -. Quella di Schwazer è stata una debolezza personale, forse non riusciva a tornare da solo ai suoi livelli e questo è difficile da accettare per ogni atleta. Però non tollero il doping, né in generale le scorciatoie nella vita». Così Pellegrini convive con l’allarme del telefonino che ogni sera alle 22 le ricorda di compilare la location form per consentire alle autorità i controlli a sorpresa. «Una volta può capitare di dimenticarsi, forse due, ma tre diventa difficile - ha detto -. Mi spiace vedere che il doping dilaga anche nel nuoto». Tra gli ultimi caduti nella rete c’è Yulia Efimova, bronzo nei 200 rana a Londra, che dovrebbe scontare la squalifica in tempo per i Mondiali in patria dell’agosto 2015. Quello (prima dei Giochi di Rio 2016) è il primo obiettivo pianificato da Federica Pellegrini con Matteo Giunta, promosso da vice a unico allenatore dopo la fine, annunciata ieri, del rapporto fra la ventiseienne veneta e il tecnico francese Philippe Lucas. «Non è stato un divorzio, Lucas mi ha detto `Sono gli ultimi due anni della tua carriera, fai ciò che ti piace´ - ha precisato la primatista mondiale dei 200 stile libero -. È meglio avere un allenatore presente 24 ore al giorno, e io credo in Matteo, che di fatto lavo

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